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11 settembre 1973 - Il discorso di Salvador Allende a Guadalajara (12.2.1972)

9/11/2013

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"Ci sono giovani vecchi e vecchi giovani, in questi ultimi io mi trovo..."

E' il 12 settembre 1972, Salvador Allende parla all'Università di Guadalajara, in Messico. E' uno dei suoi discorsi più importanti e lucidi che riassume buona parte delle sue idee e delle sue proposte politiche. Forse la maniera migliore per ricordarlo oggi, a 40 anni di distanza dal suo omicidio che riaprì tutta la stagione buia del fascismo in America Latina distruggendo le speranze non di un solo popolo.

Ovviamente in spagnolo ma abbastanza comprensibile; chi volesse trova QUI ampi stralci tradotti in italiano.
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11 settembre 1973 - Te recuerdo Amanda, Victor Jara

9/8/2013

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Per questa vigilia di anniversario un'altra delle canzoni simbolo della storia di quegli anni; e di questi visto i venti di guerra che continuano, nonostante tutto, a soffiare. 
Victor Jara è a buon titolo un emblema della resistenza, prima con la sua opera artistica, poi con il suo sacrificio, il 16 settembre, nello stadio in cui fece a tempo a scrivere il testo della sua ultima poesia, poi interpretata da Pete Seeger: Estadio Chile.
Un brano struggente, che a me ha sempre ricordato un altro brano, di un autore di casa nostra, altrettanto struggente e bravo e, guarda caso, anche lui legato al Sud America (Enzo Jannacci, Vincenzina e la fabbrica). 

Altre versioni di Te recuerdo Amanda Francesco Guccini (in italiano), Daniele Sepe, Joan Baez ma anche moltissimi altri interpreti di ogni parte del mondo.

Il testo di Estadio Chile, nella versione di Pete Seeger:

We are 5,000 - here in this little part of the city
We are 5,000 - how many more will there be?
In the whole city, and in the country 10,000 hands
Which could seed the fields, make run the factories.
How much humanity - now with hunger, pain, panic and terror?

There are six of us - lost in space among the stars,
One dead, one beaten like I never believed a human could be so beaten.
The other four wanting to leave all the terror,
One leaping into space, other beating their heads against the wall
All with gazes fixed on death.

The military carry out their plans with precision;
Blood is medals for them, Slaughter is the badge of heroism.
Oh my God - is this the world you created?
Was it for this, the seven days, of amazement and toil?

The blood of companero Presidente is stronger than bombs
Is stronger than machine guns.
O you song, you come out so badly when I must sing - the terror!
What I see I never saw. What I have felt, and what I feel must come out!
"Hara brotar el momento! Hara brotar el momento!"




Qui, invece, l'originale:


Somos cinco mil aquí
 en esta pequeña parte la ciudad.
 Somos cinco mil.
 ¿Cuántos somos en total
 en las ciudades y en todo el país?
 Sólo aquí,
 diez mil manos que siembran
 y hacen andar las fábricas.
 Cuánta humanidad
 con hambre, frío, pánico, dolor,
 presión moral, terror y locura.

 Seis de los nuestros se perdieron
 en el espacio de las estrellas.
 Uno muerto, un golpeado como jamás creí
 se podría golpear a un ser humano.
 Los otros cuatro quisieron quitarse
 todos los temores,
 uno saltando al vacío,
 otro golpeándose la cabeza contra un muro
 pero todos con la mirada fija en la muerte.
 ¡Qué espanto produce el rostro del fascismo!
 Llevan a cabo sus planes con precisión artera
 sin importarles nada.
 La sangre para ellos son medallas.
 La matanza es un acto de heroísmo.
 ¿Es este el mundo que creaste, Dios mío?
 ¿Para esto tus siete días de asombro y de trabajo?
 En estas cuatro murallas sólo existe un número
 que no progresa.
 Que lentamente querrá más la muerte.

 Pero de pronto me golpea la consciencia
 y veo esta marea sin latido
 y veo el pulso de las máquinas
 y los militares mostrando su rostro de matrona
 llena de dulzura.
 ¿Y México, Cuba y el mundo?
 ¡Qué griten esta ignominia!
 Somos diez mil manos
 menos que no producen.
 ¿Cuántos somos en toda la patria?
 La sangre del compañero Presidente
 golpea más fuerte que bombas y metrallas.
 Así golpeará nuestro puño nuevamente.

 Canto, qué mal me sabes
 cuando tengo que cantar espanto.
 Espanto como el que vivo
 como el que muero, espanto.
 De verme entre tantos y tantos
 momentos de infinito
 en que el silencio y el grito
 son las metas de este canto.
 Lo que veo nunca vi.
 Lo que he sentido y lo que siento
 harán brotar el momento...
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11 settembre 2013 - Inti-Illimani Run Run Se Fue Pa'l Norte

9/4/2013

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40 anni e non sono pochi da quelle lontane cronache concitate che vivevano nelle radio e (poco) nel bianconero della televisione. Il mio ricordo è preciso e, anche senza essere allora pienamente consapevole di quanto stava accadendo, ebbi allora la precisa sensazione di essere diventato grande. La vita ci avrebbe pensato poi a darmi ben altri spunti e occasioni. 
Lo ricordiamo con una bellissima canzone del gruppo che più di tutti ha incarnato la diaspora di quegli anni.
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